I mosaici del Palazzo di Giustizia
Una successione di porzioni di edifici racconta una storia lunga 1500 anni. Dal pavimento in cocciopesto (una sorta di cemento molto resistente all’acqua, realizzato con calce e frammenti di pietra e terracotta triturati finemente) di epoca romana alla porzione inferiore di una torre medievale a base quadrangolare; da una scala e un muro di una casa privata del XV secolo alla sistemazione rinascimentale di un giardino. Tutti questi elementi sono tornati alla luce grazie ad uno scavo archeologico realizzato all’inizio degli anni Duemila per risolvere un problema di infiltrazioni d’acqua.
Sull’altro lato della sala un’esposizione di mosaici pavimentali appartenenti ad una domus di I secolo d.C., rinvenuti, alla metà del Novecento, durante lo scavo per realizzare le fondamenta dell’attuale tribunale di Ascoli.
Masterpieces
Testa di Traiano
Ascoli Piceno – Palazzo di Giustizia
Marmo inizio II sec. d.C
Il ritratto raffigura l’imperatore Traiano (98- 117 d.C.) in età avanzata, secondo un modello visibile su una scena della colonna traiana in cui il Princeps sta compiendo un sacrificio.
L’espressione del volto è pacata, il naso doveva essere molto pronunciato, le labbra serrate e sottili, il mento piccolo. I capelli sono pettinati a lunghe ciocche verso la fronte.
Questa è bassa e solcata da rughe; lo sguardo è intenso, concentrato, lontano e preciso.
La testa, di dimensioni più o meno pari al vero, era stata lavorata per essere inserita in una statua, andata perduta, tramite il perno visibile al di sotto del collo. Il taglio sulla nuca e la presenza di piccoli fori indicano che probabilmente la statua era addossata ad una parete e ad essa agganciata con dei sostegni metallici.
L’opera, molto accurata ed elegante, era certamente adatta ad essere ospitata in un luogo pubblico. Il suo ritrovamento all’interno di una ricca abitazione, alla metà del Novecento durante gli scavi per la costruzione del Palazzo di Giustizia di Ascoli, può far pensare che i proprietari della domus fossero legati alla famiglia imperiale.
Mosaico pavimentale
Ascoli Piceno – Palazzo di Giustizia
I sec. d.C.
Il pavimento di una sfarzosa sala da pranzo (triclinium) di una ricca domus mostra la sua elaborata fattura.
Due esili tralci d’edera separano un motivo ad esagoni, dal profilo nero su fondo bianco, da un rettangolo dalla raffigurazione più complessa. Quest’ultima corrisponde allo spazio lasciato libero al centro e davanti ai triclini, i divanetti su cui i Romani, semisdraiati, erano soliti consumare i pasti principali.
Procedendo dall’esterno verso l’interno, presenta un bordo a treccia cui seguono quattro linee alternate bianche e nere. Più all’interno, tralci con pochissime foglie e fiori. Nel mezzo un cerchio, con un bordo a onde, riempito con un motivo a squame bianche e nere che si fanno più piccine a mano a mano che si procede verso il centro. Una cornice a treccia colorata circonda un volto realizzato in opus vermiculatum, un tipo di mosaico con tessere di pochi millimetri che consente di riprodurre le numerose gradazioni di colore del soggetto.
La figura rappresentata cambia a seconda del punto di osservazione dello spettatore. Il visitatore si trova di fronte il volto di un anziano calvo e con barba ma, una volta fatto il giro della stanza, la figura assume le sembianze di un giovane dalle guance glabre e dalla folta capigliatura.
Si tratta di un gioco illusionistico che potrebbe avere una chiave di lettura filosofica, legata ai concetti opposti di gioventù e vecchiaia.