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Tra Piceni e Villanoviani


Le necropoli picene, fin dalla fine del IX sec. a.C., sono fonte imprescindibile per la conoscenza di questa civiltà.
I Piceni seppellivano i loro morti in fosse di forma più o meno rettangolare scavate nella terra il cui fondo occasionalmente era coperto di ghiaia. In esse ponevano gli oggetti più rappresentativi che avevano accompagnato il defunto durante la sua vita. Preziosi gioielli come bracciali, collane, orecchini e fibule (spille per allacciare i vestiti) o lucenti armi in bronzo, quali spade e punte di lancia, indicavano i diversi gradi di ricchezza e di prestigio sociale.
Diverso il rito di sepoltura delle necropoli del centro storico di Fermo. Qui, almeno nelle fasi più antiche, si pratica la cremazione, segno della presenza della cultura villanoviana le cui testimonianze sono state rinvenute nell’Ottocento anche in una piccola area dell’Abruzzo settentrionale, tra i torrenti Vibrata e Salinello, caratterizzata dalla presenza di grandi cinturoni di bronzo decorati a sbalzo.
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