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Le dività


Sui culti dei Piceni conosciamo pochissimo. Gli antichi parlano della venerazione dagli anconetani per Diomede come eroe fondatore di città adriatiche. Citano soprattutto il celebre tempio alla dea Cupra di fondazione etrusca e restaurato dall’imperatore Adriano. Il tempio, la cui esatta localizzazione non è ancora certa, dovette avere anche un importante ruolo politico.
Le più antiche testimonianze di culto sembrano collegate alla zona di Cupra Marittima (AP); una stipe votiva, cioè un deposito di oggetti consacrati a divinità, con centinaia di vasetti in miniatura che riproducono oggetti d’uso casalingo, ha fatto pensare ad un culto per mettersi in contatto con l’aldilà.
Ad Ascoli, sotto l’ex convento dell’Annunziata, una decorazione in terracotta che raffigura la Potnia Theròn, la Signora delle Fiere, sembra identificare la più antica area sacra urbana legata, secondo una suggestione ancora da confermare, all’altra celebre divinità femminile del Pantheon piceno, la dea Ancharia.
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